A Lovere ed in tutto l’Alto Sebino si sta giocando in queste settimane una partita fondamentale per il futuro del nostro Ospedale, ma purtroppo sembra che la nuova amministrazione sia rimasta a guardare dalla panchina. Non basta di certo prevedere una Commissione comunale Ospedale (fra l’altro ad un mese e mezzo dalla sua istituzione ancora senza nomine dei suoi componenti), oppure organizzare un incontro pubblico con i responsabili Asst Bergamo Est in cui si è parlato di tutto tranne che del nostro Ospedale, per mettersi la coscienza (amministrativa) a posto o poter dire che si è fatto tutto il possibile. Infatti per L’Ago di Lovere ha poco senso nominare una Commissione comunale a Lovere quando il problema sanitario investe tutto il territorio dell’Alto Sebino e non solo. Sarebbe stato molto meglio coinvolgere da subito tutto il territorio attraverso la Comunità Montana e l’Ambito dei Servizi sociali dell’Alto Sebino, proponendo in tali sedi istituzionali la nomina della Commissione. L’esperienza insegna che quando un problema è territoriale e riguarda Servizi generali di interesse diffuso quali Sanità ed Istruzione, non è mai di secondaria importanza arrivare ad un confronto con Enti superiori solo come singola amministrazione comunale od in ordine sparso, come è invece successo nel recente incontro del 14 ottobre, piuttosto che con il coinvolgimento di tutte le amministrazioni del territorio. Nei venti anni di esperienza amministrativa de L’Ago di Lovere, includendo anche quelli tra il 2004 ed il 2009 passati all’opposizione, l’attenzione sui temi della Sanità in generale e dell’Ospedale in particolare è sempre stata mantenuta alta e soprattutto costante e sempre propositiva, attraverso un’interlocuzione continuativa e fondata su temi concreti e contingenti con i Direttori Generali che si sono succeduti in questi anni (Dott. Amadeo e Dott. Locati), sia con i loro collaboratori. Questo fatto ha consentito al territorio di portare le proprie istanze insieme a quelle degli operatori sanitari locali e di vederle recepite e realizzate. In questi venti anni l’Ospedale di Lovere ha avuto modo di rinnovarsi e migliorare l’assistenza per la nostra popolazione, uscendo da quel tunnel di indeterminatezza e di precarietà sul proprio futuro che allora ne faceva addirittura paventare la chiusura. E’ stato anche questo confronto aperto che ha consentito innanzitutto di far confermare all’Azienda sanitaria Bolognini che il nostro doveva rimanere un Ospedale per acuti. Stabilita e confermata questa mission, ne sono poi scaturite tutte le successive scelte con interventi strutturali, tecnologici, gestionali e professionali all’altezza di questo ruolo: nuovo Pronto Soccorso con figure specialistiche dedicate esclusivamente a questo importante Servizio, nuovi ambulatori, nuovi locali per prelievi, Servizio TAC, nuova Palestra per riabilitazione motoria, Dialisi, nuovo Centro Trasfusionale AVIS, ristrutturazione dei tre piani dedicati ai Reparti di ricovero, figure professionali sia mediche che paramediche e tecniche qualificate, motivate ed integrate tra loro. Durante i terribili mesi della pandemia da Covid che ha investito in pieno la nostra popolazione, tutti hanno potuto accorgersi dell’importanza di tutto questo incessante lavoro volto a consentire la realizzazione di un Ospedale ben strutturato come il nostro. L’emergenza è stata devastante anche da noi, ma quante vite in più sono state salvate grazie alla dedizione e professionalità del personale sanitario (Medici, Infermieri, Tecnici, Addetti Croce Blu) ed alle strutture ed alle dotazioni tecnologiche rinnovate dell’Ospedale? Ecco perché ogni problematica che lo investe ci riguarda da vicino e deve interessare tutti: cittadini, amministratori, addetti ai lavori. A giudicare invece dalla scarsissima partecipazione di ognuna di queste componenti (nemmeno era presente tutta la Giunta!) nell’incontro del 14 ottobre con i vertici dell’Asst, sembra proprio che la strada imboccata dalla Sindaca Taccolini vada invece esattamente nella direzione opposta a quella del dialogo e della proposizione, sperimentata in questi anni con indubbi risultati. E sì che L’Ago di Lovere aveva preavvertito la nuova amministrazione della presenza di problemi riguardanti la Struttura complessa dell’Urologia, proprio uno dei Servizi in grado di richiamare pazienti anche da altre province, attraverso la presentazione di una interpellanza sull’Ospedale. Risultato? In consiglio comunale una risposta generica equivalente ad un’alzata di spalle e durante l’assemblea pubblica con i vertici Asst si è lasciato parlare di tutto, tranne che sottoporre, da parte della Sindaca e dall’Assessore alle Politiche sociali e Sanità Stepankova, la questione dell’Ospedale!!! Tutto questo è sconcertante e dimostra i limiti della superficialità di Lovere Domani ad affrontare aspetti basilari per tutto il territorio. Altro che sbandierare a parole termini come sovracomunalità e territorialità!!! E’ con i fatti ed ogni giorno che questi termini vanno coniugati!!! Si riportano soltanto due dei numerosi casi riguardanti criticità del nostro Ospedale affrontati dalle amministrazioni de L’Ago proprio con un approccio di condivisione territoriale. Il primo risale al 2015, quando la Regione aveva deciso di accorpare l’assistenza ospedaliera di tutto l’Alto Sebino con quella della Valle Camonica e Valtellina con epicentro Sondrio; questa scelta, se attuata, avrebbe comportato di trovarsi all’estrema periferia, non solo territoriale, di questa nuova realtà, ma soprattutto con un forte ridimensionamento dell’Ospedale di Lovere, sia nei reparti che nella sua vocazione di Ospedale per acuti; ne sarebbero derivate la sua riconversione ad altre discipline di assistenza di lungodegenza con anche la perdita del Pronto Soccorso, come già era successo negli anni precedenti agli Ospedali di Sarnico e Trescore. Valutato prontamente questo rischio, l’amministrazione de L’Ago seppe condividerlo con gli altri amministratori giungendo a far approvare e sottoscrivere ad ognuno dei dieci Comuni dell’Alto Sebino una Delibera nella quale si esprimeva parere contrario a questo nuovo accorpamento, si convocò una assemblea pubblica in Comunità montana, assai partecipata, furono coinvolte le rappresentanze sindacali del territorio, si interloquì con i vertici dell’Azienda Sanitaria Bolognini di Seriate, furono cointeressati tutti i Consiglieri regionali del territorio avanzando loro la richiesta di essere ricevuti a Milano dalla III^ Commissione regionale, quella della Sanità. Si venne convocati il 18 febbraio 2015 e con questa audizione il territorio riuscì ad impedire questa scelta già prevista dalla Regione; così oggi il nostro Ospedale continua a mantenere la sua vocazione per acuti ed a essere parte rilevante della rete ospedaliera dell’Asst Bergamo Est. Quattro anni fa un’altra grande mobilitazione …
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